lunedì 14 dicembre 2009

Epopea Gilgamesh


Il viaggio e l'epopea


Il tema del viaggio è spesso presente nell'epopea (Componimento narrativo, di regola esteso e in versi, che celebra imprese straordinarie, compiute in un passato leggendario, da uno o più eroi che impersonano il carattere nazionale di un popolo). La più antica epopea orientale è quella costituita dai poemi egiziani sui faraoni (celebre, in particolare, il poema sulla battaglia di Qadesh vinta dal faraone Ramesse II nel 1294 a. C. ca.) e dalla letteratura mesopotamica di ispirazione religiosa, che ha il suo capolavoro nell' Epopea di Gilgamesh, scritta in caratteri cuneiformi intorno al 2000 a. C.
Il suo mito è stato fissato in forma di poema epico nell'Epopea di Gilgamesh, giunta a noi in redazioni diverse e in frammenti di varia epoca: i testi più antichi sono del III millennio a. C. e in lingua sumerica; i più recenti sono traduzioni semitiche (babilonesi e assire) ma non prive di una loro creatività e indipendenza dall'originale. Nell'Epopea G. appare come un re di Uruk, legato in amicizia a Enkidu, altro fortissimo eroe. I due lottano per l'immortalità, ma si tratta ancora dell'immortalità in senso eroico: il conseguimento di imprese la cui fama sopravviva alla breve permanenza su questa terra. Poi Enkidu muore e G., affranto dal dolore, vorrebbe riportarlo in vita. Gli si pone così il problema dell'immortalità in senso concreto, ossia della lotta contro la morte stessa. Si mette alla ricerca dell'unico uomo che abbia potuto sfuggire alla morte: Utnapishtim, l'unico scampato al diluvio (secondo la versione babilonese). Lo trova dopo avventure d'ogni genere e ottiene da lui solo un surrogato dell'immortalità, una pianta che ha il potere di far ringiovanire. La vera immortalità – gli rivela Utnapishtim – è soltanto quella degli dei. La pianta magica sarà rapita a G. da un serpente e l'eroe resterà sconfitto dall'ineluttabilità della morte, carattere proprio alla condizione umana. Oltre che dell'Epopea, G. è protagonista di altri poemetti che, come La morte di G., G. Enkidu e gli Inferi, ecc., sviluppano temi o episodi del grande poema epico. La posizione di G. nei confronti della morte ne ha fatto, per tradizione, una specie di giudice dei morti.

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